Ciao a tutti,
ci sono ancora, in qualche maniera.
I giorni successivi al rientro dalla missione sono letteralmente volati via, e non sono riuscito neanche ad aggiornare il blog; si torna comunque ai ritmi ordinari. Domenica scorsa, la meteo inclemente ha condizionato pesantemente la festa , pertanto con grande sforzo, abbiamo deciso di ripeterla domenica 22 settembre, programma sostanzialmente invariato, non ci saranno i paracadutisti, il pilota acro sarà una vecchia conoscenza . La meteo a lungo termine, sembra tenere.
Avendone avuto richiesta, faccio seguire alcuni stralci del report di “Flying Bishop 2013”. Sono ancora provvisori, e suscettibili di cambiamenti.
A presto,
Paolo
Giorno 13 giovedì 5 settembre : frustrazione alle stelle.
Ciao Principessa, buona giornata.
Il funzionamento difettoso del carrello anteriore mi ha gettato nello sconforto. E’ sostanzialmente lo stesso problema che era emerso nel 2011, e pur sapendo che è risolvibile, non posso far altro che immaginare almeno mezza giornata impegnata. L’ opportunità di qualche ora di istruzione al Bishop ( che lamenta tra le altre cose soprattutto scarsa ovvero nulla padronanza della tecnica di decollo dall’ acqua) sta sfumando anzi si profila la possibilità che debba (voglia) ritardare la partenza di una settimana per portare a termine questo importante paragrafo della missione. Archiviata per ora la connessione con Wanga, Luciano ha deciso di equipaggiare con il ponte, la Guest house di fronte a Gizo, sull’ isola di Loga. E’ la vecchia casa vescovile, ora gestita da suore e dedicata alle mamme e ai bimbi che giungono a Gizo per recarsi in Ospedale.
Sveglia alle 5,30; un catino di magliette e calze da lavare – a mano – con sapone marsiglia, stendipanni in balcone poi colazione dal Don. E’ presto, dormono ancora tutti. Siamo entrambi un po’ sfiduciati, la giornata di ieri ci ha proprio buttati a terra. Maicol aspetta al molo; dopo la traversata, arriviamo a Nusatupe completamente fradici. Davvero stento a capacitarmi che decine di migliaia di persone – per una vita intera – possano muoversi in questo modo così scomodo e pericoloso. L’ Oceano era veramente mosso. Da paura. Ho visto passare le istantanee della mia insulsa esistenza almeno 5 volte !!. Aperto l’hangar, si avvicina uno degli ingegneri che lavorano ……………………………..
Giorno 17, lunedì 9 settembre. L’epilogo.
Buon giorno, Principessa,
l’ultimo buon giorno che ti mando da lontano, sono sulla tratta Dubai-Malpensa, a poche ore da casa. Enrico qui di fianco dorme, Alessandro guarda un film, ed io sto un po’ in tua compagnia. Viene spontaneo fare un bilancio di queste due settimane di volontariato, durante le quali , sicuramente, non ci siamo risparmiati un minuto, te ne sarai resa conto. Tutti i giorni – e dico tutti – in azione dall’ alba al tramonto e quasi sempre anche di sera, configurando la rete, rivedendo manuali, risolvendo problemini vari irrisolti durante il giorno. Rimane la sofferenza – più che delusione – per non avere potuto volare di più, e non avere “tastato il polso” al Bishop , dopo due anni di assenza. Anche il Savannah avrebbe meritato almeno 5 ore di volo per una verifica più approfondita dei lavori effettuati , soprattutto rimane un pilota che ancora difetta nelle operazioni idro – in particolare quelle di decollo – e che non riesce (a questo punto non posso pensare che non voglia) a rendersi conto che l’aereo necessita molta più cura di quella datagli fin d’ora. La salsedine e l’umidità stanno facendo fiorire la vernice lungo tutti i punti di giunzione delle lamiere, per non parlare delle zone più critiche, all’ interno della fusoliera, come ti ho raccontato. Ero pronto a procrastinare la partenza di una settimana, lo avrei fatto volentieri, ma la situazione in aeroporto avrebbe reso tutto inutile. Così torno a casa certo con la voglia di incontrarti, rivedere le “bestie”, i pochi ancora rimasti che mi vogliono bene, ma in tutta sincerità, mi sarei fermato ancora. Per quanto tempo non lo so, ma mi sarei fermato. Per sempre, forse. A volte ho così chiara la visione di potere in futuro vivere li, con un Idrovolante rosso e grigio, dentoni da facocero sul muso, sbarcare il lunario facendo voletti passeggeri locali, aiutando il Vescovo nei suoi trasferimenti, curando come si deve i velivoli, l’ hangar, la zona circostante così meritevole di essere rispettata da noi, che siamo ospiti e non padroni; penso a quante lattine e bottigliette ho raccolto dalla battigia, e mi chiedo perché ai solomonesi non interessa, semplicemente non interessa. Perché consapevoli lo sono, ma…. Senza interesse. La sporcizia regna incontrastata e crea un tale stridore, in luoghi così selvaggi ed ameni ……………………………………………………………………………………………………………………
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